Sulle vetrine del negozio di Roma di Chiara Ferragni la scritta "truffatrice"
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Lo store nella capitale è stato inaugurato qualche mese fa.
Il 21 dicembre, attraverso una nota, Safilo Group comunicava "l’interruzione dell’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni eyewear a marchio Chiara Ferragni a seguito di violazione di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio". Qualche giorno prima era balzata agli onori della cronaca la notizia della sanzione da parte dell'Antitrust alle società Fenice e Tbs Crew, che gestiscono i marchi e i diritti relativi a Chiara Ferragni, rispettivamente per 400 mila euro e per 675 mila euro, e all’azienda dolciaria Balocco per 420 mila euro. L'Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha contestato alle tre società di aver attuato una pratica commerciale scorretta per aver pubblicizzato il “Pandoro pink Christmas”, in commercio nel 2022: "le tre società lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all'Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing".
Inoltre, l’esposto presentato dal Codacons e da Assourt in merito alla vicenda Ferragni è arrivato sul tavolo del procuratore di Milano, Marcello Viola. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo a modello 45, senza ipotesi di reato né indagati, per il caso che ha coinvolto Chiara Ferragni e l'azienda Balocco per la pubblicità del pandoro. Dopo il deposito di un esposto ai pm per truffa, da parte del Codacons e Assourt, il procuratore Marcello Viola ha assegnato il fascicolo al dipartimento anti-truffe guidato dall'aggiunto Eugenio Fusco.
Gli accertamenti nel fascicolo esplorativo riguarderanno i contenuti dell'esposto per truffa nei confronti "di una pluralità di individui", vale a dire i consumatori, come hanno scritto le associazioni.