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Tax free: l'Italia domina lo shopping internazionale

Scritto da Isabella Naef

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Nell’anno appena concluso l’Italia ha dominato la classifica dello shopping internazionale facendo registrare un aumento nelle vendite tax free: una crescita dell’11 per cento nel volume complessivo di acquisti effettuati da clienti stranieri. L’Italia è cresciuta il doppio rispetto a Francia (+6 per cento) e Gran Bretagna (+5 per cento). Questi i dati di Planet, società che offre soluzioni integrate per i pagamenti internazionali, inclusi i servizi di rimborso Iva.

Guidano la classifica Milano e Roma con rispettivamente il 30 per cento e il 19 per cento di quota di mercato

Fra i principali mercati europei, la sola a tenere il passo è stata la Spagna con un incremento del 9 per cento la crescita è imputabile anche all'abbattimento della soglia minima di spesa per ottenere il rimborso dell'Iva, azzerata nel corso del 2019). Un trend positivo dopo un ottimo 2018, spiega il management di Planet, in cui la crescita era stata del 7 per cento che ha riguardato anche il valore stesso dell’acquisto, salito in media del 4 per cento.

Per ciò che riguarda la nazionalità degli shopper, i turisti cinesi si confermano i principali clienti internazionali per i brand italiani: da soli valgono ben il 36 per cento del mercato tax free e nel 2019 hanno anche aumentato la loro presenza sul nostro territorio (+10 per cento), con uno scontrino medio da 1.129 euro.

L’Italia è cresciuta il doppio rispetto a Francia (+6 per cento) e Gran Bretagna (+5 per cento)

In crescita anche la presenza dei viaggiatori statunitensi che fanno segnare l’incremento più considerevole toccando addirittura +23 per cento nelle vendite rispetto ai numeri del 2018. Con scontrini che, in media, si aggirano sui 1.074 euro, il turismo proveniente dagli Stati Uniti vale oggi il 12 per cento di tutto il mercato. Stabili al terzo posto sono, invece, i visitatori russi che rappresentano l’8 per cento dello shopping internazionale.

Tra i turisti cinesi aumenta il numero di coloro che fanno acquisti full-price, ovvero realizzati all’interno delle boutique in centro città. Il turismo internazionale “premium” proveniente dalla Cina segna un +20 per cento, di contro cala il numero di chi compra nei negozi delle grandi marche presenti all’interno degli outlet (-13 per cento). Esattamente l’opposto di ciò che fanno i viaggiatori russi che mostrano di preferire sempre più l’opzione outlet (+8 per cento).

I viaggiatori della Corea del Sud, con un aumento di 18 punti percentuali sono diventati la quarta nazionalità per acquisti tax free nel Belpaese (6 per cento di quota di mercato). Una crescita repentina, quasi nella sua totalità concentrata nei volumi di vendita negli outlet. In questo particolare segmento, infatti, i clienti coreani rappresentano già oggi la seconda nazionalità più importante, con il 18 per cento di quota di mercato, iniziando a insidiare da vicino la Cina, in testa con il 23 per cento.

Scendendo nel dettaglio dei centri del lusso nelle città italiane, guidano la classifica Milano e Roma con rispettivamente il 30 per cento e il 19 per cento di quota di mercato. Milano con un +6 per cento e Roma con un +12 per cento svettano anche nel confronto con le altre grandi città europee. Bene anche Firenze, con il 14 per cento delle vendite (+5 per cento nel 2018) e Venezia, quarta, con il 6 per cento (in crescita del 7 per cento).

“Un ultimo interessante spunto di analisi lo offre lo spaccato sulla stagionalità dello shopping internazionale: conferma la sua centralità il mese di luglio, che da sempre attrae moltissimi turisti in Italia, per il favore del clima e del periodo di vacanza estivo; l’altro grande picco di vendite si registra invece a ottobre, grazie all’effetto Golden week cinese, che durante la prima settimana del mese e a cavallo delle successive porta ogni anno a viaggiare milioni di turisti cinesi, oggi nazionalità determinante nel definire i trend del settore del lusso” ha affermato Sara Bernabè, general manager di Planet in Italia, Nel 2020 i dati di outlook prospettano per l'Italia una curva di crescita costante.

Autore: Pexels

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