Un 2014 in lieve crescita per la moda maschile
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Un 2014 in lieve crescita per la moda maschile italiana. Secondo le stime dell'Ufficio studi di Smi, Sistema moda Italia, diffusi ieri in occasione dell'apertura di Pitti Uomo, a Firenze, la moda maschile italiana (accezione che comprende il vestiario e la maglieria esterna, la camiceria, le cravatte e l’abbigliamento in pelle), dovrebbe archiviare il 2014 con un fatturato in aumento dell'1,2 percento, a poco più di 8,6 miliardi di euro.
Il governo ha annunciato a Pitti Uomo un piano per il made in Italy di 260 milioni di euro
Intanto, sempre ieri, in apertura della kermesse, Carlo Calenda, viceministro per lo Sviluppo economico, ha annunciato: "quest'anno sarà l'anno più forte da sempre per la moda italiana: il governo ha varato un piano complessivo per il made in Italy di 260 milioni di euro, che vuol dire sei volte in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni".
Tornando ai dati elaborati da Smi, sul risultato settoriale ha inciso ancora una volta negativamente l’arretramento della domanda interna, mentre l’export ha contribuito positivamente alle performance della moda maschile: l’incidenza del fatturato estero guadagnerebbe, del resto, quasi due punti e mezzo in un anno, salendo al 64,2 percento.
Con riferimento ai singoli micro-comparti, nel 2014 la confezione maschile dovrebbe evidenziare una debole dinamica di aumento, mentre maglieria, camiceria e pelle chiuderebbero con una variazione superiore alla media segnata dalla moda maschile. Di contro, il comparto delle cravatte prosegue nel trend negativo.
La Francia si conferma primo mercato del menswear italiano
Nel 2014 la maggior spinta all’industria italiana della moda maschile è da ricondurre ancora una volta al mercato estero, in particolare extra- europeo. Per i dodici mesi Smi stima una crescita delle vendite oltreconfine pari al +5,1 percento, corrispondente a poco più di 5,5 miliardi di euro. L’import, come rilevato per il complesso della filiera tessile-moda, ha, invece, sperimentato un recupero, che porta a prevedere per il gennaio-dicembre un incremento pari al +8,8 percento, per un totale di quasi 3,7 miliardi.
Con riferimento agli sbocchi della moda uomo made in Italy, Smi sottolinea la soddisfacente performance dei mercati extra-Ue, che da gennaio a settembre 2014 hanno messo a segno un incremento del +6,1 percento, mentre il mercato Ue è risultato interessato da un incremento del +3,9 percento, assorbendo il 52,4 percento dell’export totale di settore.
Guardando con un maggior grado di dettaglio al Vecchio Continente, la Francia, pur confermandosi il primo mercato del menswear italiano, mostra, in controtendenza rispetto alla media settoriale e Ue, un decremento del -2,3 percento. Di contro, la Germania sperimenta un incremento del +3,7 percento, mentre Regno Unito e Spagna crescono rispettivamente del +9 percento e del +9,2 percento.
Gli Usa hanno messo a segno un +7,8 percento, mentre Hong Kong e Cina sono in crescita rispettivamente del +14,7 percento e del +17,9 percento. La Corea del Sud è risultata in aumento del +25,7 percento. in flessione del -13,7 percento, invece, la Russia e del -5,2 percento il Giappone.
Foto: Pitti Uomo a Firenze