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Al via domani la Milano fashion week in un clima di incertezza del quadro economico globale

Scritto da Isabella Naef

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Gucci SS25 Credits: Gucci SS25/©Launchmetrics/spotlight

In attesa che la settimana della moda di Milano prenda ufficialmente il via, domani 25 febbraio, con 56 sfilate fisiche e sei digitali, 65 presentazioni e 23 eventi, i numeri possono aiutare a inquadrare il settore e a comprendere cosa è possibile aspettarsi dai prossimi mesi. A fare da sottofondo alle colonne sonore delle sfilate, saranno sicuramente le voci sulla possibile acquisizione di Versace da parte del Gruppo Prada e la successione alla direzione creativa di Gucci, marchio che sfilerà domani, aprendo la kermesse in agenda fino al 3 marzo.

Tornando ai numeri dei Fashion economic trends di Camera nazionale della moda italiana, nel quarto trimestre si è attenuata la dinamica negativa che ha caratterizzato tutto il 2024 della moda italiana.
Il 2024 chiude in negativo per la moda italiana, ma con una attenuazione dei segnali negativi nel quarto trimestre. Il buon andamento di occupazione e reddito, quest’ultimo anche in conseguenza del rinnovo nel 2024 dei contratti collettivi di lavoro di diverse categorie, dovrebbe influire positivamente sulla domanda interna.

Negli ultimi mesi dell’anno per alcuni indicatori i dati sono rimasti negativi ma in via di stabilizzazione, come per il fatturato il cui andamento (-4,2% rispetto allo stesso periodo del 2023) è stato il meno negativo di tutto l’anno, per altri come i prezzi e le vendite al dettaglio nell’abbigliamento si sono registrate performances positive.

Per quanto ancora provvisori, i dati del quarto trimestre consentono di confermare le previsioni di -5,3%, che possono ora essere considerate un preconsuntivo generale dell’anno 2024.

Il mix delle dinamiche settoriali non è però cambiato rispetto al terzo trimestre, con i settori “core” (tessile, abbigliamento pelle, pelletteria e calzature) in maggiore sofferenza con un calo del fatturato e i settori “collegati” (beauty, occhiali, gioielli e bigiotteria) in crescita.

Le esportazioni e le importazioni

Il totale delle esportazioni della moda italiana è cresciuto nei primi 10 mesi del 2024 del 2,6%, grazie all’incremento in doppia cifra dei settori collegati (+21,8%) che hanno più compensato la riduzione di quelle dei settori “core” (-4,2%).

Le importazioni registrano lo stato di debolezza della domanda interna italiana e sono in calo sia nei settori “core” (-3,1%), che nei settori “collegati” (-3,3%).

Il saldo commerciale complessivo di moda e settori collegati nei 10 mesi è stato positivo per 35,7 miliardi, in crescita di 3,5 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2023.

La stabilizzazione di fine anno e il quadro macroeconomico internazionale previsto in miglioramento nel 2025, pur con il fattore di grande incertezza del futuro delle politiche commerciali americane introdotto dalla nuova amministrazione americana, fanno prevedere un ritorno alla crescita del fatturato nel corso del 2025, che potrebbe realizzarsi nella seconda parte dell’anno.

Si attenua nel quarto trimestre la dinamica negativa del fatturato della moda italiana. La congiuntura resta migliore nei settori “collegati” che in quelli “core”. I dati del quarto trimestre hanno confermato il momento negativo per l’industria italiana. Il calo del fatturato (-4,2% rispetto allo stesso trimestre del 2024) è stato lievemente minore rispetto a quello del terzo, e il meno negativo dell’anno.

L’andamento del fatturato della moda, si legge nei Fashion economic trends, è stato nel quarto trimestre allineato con quello della media dell’industria manifatturiera, dopo essere stato peggiore della media nei tre trimestri precedenti.

Quelli del quarto trimestre sono ancora dati provvisori, ma consentono di confermare le previsioni di -5,3%, che possono ora essere considerate un preconsuntivo generale dell’anno 2024.

Nel secondo semestre dell’anno i prezzi industriali nei settori “core” sono diminuiti in 5 mesi su 6. A dicembre, però, è arrivato un segnale di stabilizzazione, con un dato positivo seppur limitato a pochi decimali di punto, che tuttavia consentono di chiudere l’anno con un lieve incremento dei prezzi (+0,2%) sul 2023, che si compone di un calo nei comparti a monte del tessile e di una crescita intorno all’1% per l’abbigliamento e le calzature.

Nei settori collegati la crescita dei prezzi è proseguita per tutto l’anno nel comparto dei gioielli, anzi si è rafforzata nell’ultimo trimestre avvicinandosi al+10%.

La debolezza del mercato italiano comprime le importazioni

Il totale delle esportazioni della moda italiana è cresciuto nei primi 10 mesi del 2024 del 2,6%, grazie all’incremento in doppia cifra dei settori collegati” (occhiali, gioielli, bigiotteria e beauty), +21,8% in totale e +31,4% verso i Paesi Extra-Ue che hanno più compensato la riduzione di quelle dei settori “core” ( tessile, abbigliamento, pelle, pelletteria e calzature), -4,2% in totale, -6,4% verso i Paesi extra Ue.

La forte divaricazione tra i due comparti ha fatto sì che, per la prima volta, i settori collegati siano arrivati a contare per il 45% del totale delle esportazioni della moda italiana.

Le previsioni per i prossimi mesi

"Le persistenti tensioni geopolitiche contribuiscono al perdurare di un’elevata incertezza del quadro economico globale, accentuate nei primi mesi del 2025 dalle attese sull’indirizzo che verrà adottato dalla politica commerciale della nuova amministrazione americana, che si è mostrata molto assertiva, ma alle prime prove dei fatti sembra caratterizzata più da annunci roboanti che da pratiche effettivamente restrittive del commercio", spiegano gli esperti.

Nel 2025 si prevede che i tassi di crescita dei principali paesi possano attenuare e in qualche misura invertire la debolezza delle principali aree geoeconomiche, con una maggiore convergenza dei tassi di crescita.

Le più recenti previsioni dell’Ocse mostrano per la Cina una decelerazione del Pil al +4,7%, e negli Stati Uniti al +2,4%, a fronte di un’accelerazione nell’area euro prevista crescere del +1,3%. All’interno dell’Ue i principali paesi continueranno a mostrare eterogeneità dei fondamentali economici. In Germania, dopo la stagnazione del 2024 è prevista una moderata espansione (+0,7%) nel 2025; in Francia si prevede una crescita a ritmi più moderati (+0,9%, dopo il +1,1% del 2024); in Spagna nonostante una decelerazione i tassi di espansione rimarrebbero relativamente più elevati di quelli degli altri principali paesi +2,3%.

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