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Marchi della moda attenti alla reazione del cliente davanti alla creatività "made with Ia"

Scritto da Isabella Naef

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Moda|Opinion
Il 73% degli europei è preoccupato che l'ascesa dell'Ia generativa possa avere un impatto sull'occupazione degli artisti Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale

Ma l'intelligenza artificiale è un'opportunità oppure un rischio, o entrambi, per la creatività nella moda? E i consumatori apprezzano davvero creatività, artigianalità e, soprattutto, sono in grado di riconoscerla in un capo da indossare oppure in un accessorio?

Meno del 48% delle persone distingue tra un'opera d'arte realizzata dall'Ia e una realizzata da un essere umano

Domande lecite e fondate di questi tempi. Alla luce di un recente sondaggio dell'Eurobarometro, strumento principe dell'Unione europea per sondare tendenze e abitudini dei cittadini europei, infatti, è emerso che meno del 48% delle persone afferma di poter distinguere tra un'opera d'arte realizzata dall'Intelligenza artificiale e una realizzata da un essere umano. Certo, quello con la creatività della moda è solo un parallelo, ma non è così distante soprattutto tenendo conto del patrimonio artistico contenuto negli archivi di molte griffe, ed esposti presso i musei di tutto il mondo. Non è un caso nemmeno che il 73% degli europei sia preoccupato che l'ascesa dell'Ia generativa possa avere un impatto sull'occupazione o sui guadagni degli artisti.

L'Eurobarometro Speciale 562, che fornirà informazioni per le prossime fasi preparatorie della Bussola per la cultura in Europa, il futuro quadro strategico della Commissione per la politica culturale dell'Ue, inoltre, evidenzia che l'86% degli intervistati afferma che il patrimonio culturale è importante per l'Europa. L'88% degli europei afferma che la libertà artistica è importante per loro e il 77% ritiene che gli artisti possano esprimere liberamente le proprie idee e opinioni e, diciamocelo, molti creatori, soprattutto in passato, hanno avuto un peso enorme nell'evoluzione del costume e del pensiero.

L'intelligenza artificiale è democratica e tocca le grandi griffe, così come le catene low cost

L'industria della moda, come è naturale, sta sperimentando l'utilizzo dell'intelligenza artificiale in tanti segmenti del business.

Dati, strumenti di vendita al dettaglio, automazione di processi logistici, supporto decisionale, per esempio, sono le principali aree in cui Hermès utilizza l'intelligenza artificiale. Il gruppo parigino, interrogato da un azionista in vista dell'assemblea generale che si è svolta il 30 aprile nella capitale francese, ha raccontato qual è il suo rapporto con l'intelligenza artificiale e quale saranno gli sviluppi futuri.

"L'intelligenza artificiale (Ia) sta trasformando molti settori e professioni, apportando cambiamenti significativi al modo in cui le aziende operano e interagiscono con i loro stakeholder, dipendenti, clienti e fornitori. L'intelligenza artificiale è integrata in alcuni dei nostri sistemi tramite i nostri partner e viene implementata quando opportuno. Il gruppo è aperto e attento al cambiamento e a tutto ciò che può contribuire a salvaguardare e supportare il nostro modello unico, al contempo sollevando il personale operativo da compiti difficili e ripetitivi", ha sottolineato l'azienda da 15,2 miliardi di euro di fatturato che, nel 2025, istituirà un Comitato di governance dell'Intelligenza artificiale..

"Il gruppo continuerà a seguire il suo modello artigianale e i nostri artigiani continueranno a lavorare ed esprimere il nostro savoir-faire a mano. L'intelligenza artificiale può migliorare e facilitare l'accesso alla formazione continua per soddisfare al meglio le esigenze dei nostri artigiani. Allo stesso modo, la creazione rimarrà nelle mani dei nostri designer e artisti, offrendo una prospettiva sul gruppo, i nostri materiali, la nostra expertise e la modernità", ha sottolineato la maison.

Ed è proprio questo il punto che, alla luce del recente sondaggio dell'Eurobarometro che indica che solo il 48% delle persone afferma di poter distinguere tra un'opera d'arte realizzata dall'Intelligenza artificiale e una realizzata da un essere umano, acquisisce una nuova specificità.

A tutto ciò, inoltre, si somma il fatto che l'intelligenza artificiale è democratica e tocca le grandi griffe, così come le catene low cost.

H&M, per esempio, si unisce alla lunga lista di aziende della moda che utilizzano l'intelligenza artificiale nella loro comunicazione online. Il retailer creerà "gemelli" digitali di modelle reali. Queste riproduzioni realizzate con l'intelligenza artificiale saranno utilizzate nei post sui social media e nelle campagne di marketing, a condizione che le modelle diano il loro consenso. Trenta modelle, tra cui Mathilda Gvarliani (nota per la copertina di "Vogue Paesi Bassi" del marzo 2024) hanno già dato il loro consenso. "È proprio come me, ma senza jet lag", ha dichiarato Gvarliani riguardo alla foto del suo gemello Ia per H&M.

Insomma, le declinazioni dell'utilizzo dell'Ia sono tante, dall'intelligenza artificiale generativa per produrre contenuti visivi di alta qualità, scalzando servizi fotografici e video tradizionali, al processo creativo vero e proprio: l'attenzione dei marchi è tanta ed è volta a capire quale è la percezione che il cliente ha o potrebbe avere di determinati impieghi.

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Eurobarometro
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