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Rossi (Coin): Il brand ambassador può rendere unico un marchio

Scritto da Isabella Naef

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Moda|INTERVISTA-SERIE "LO SCOUTING DEI BRAND"

Quali sono i fattori fondamentali che distinguono un marchio in grado di raccogliere consensi sui mercati da uno che ha poche chance di emergere, quali sono le piattaforme web oppure le fiere dove scovare le etichette giuste e quali i passi falsi da evitare per potersi presentare con le carte giuste? FashionUnited ha cercato di dare risposte concrete a queste domande che in molti si stanno facendo proprio ora, in un periodo di grandi riflessioni a causa della pandemia che ha messo sotto scacco tutto il sistema della moda. Oggi pubblichiamo la terza intervista della serie dedicata alla scouting. Questa settimana abbiamo intervistato Giorgio Rossi, presidente di Coin spa, la più diffusa catena di department store in Italia, che conta 40 negozi diretti e 100 store a insegna Coincasa tra Italia ed estero. L'azienda, con un fatturato di circa 450 milioni di euro sotto insegna, conta 35 milioni di visitatori e un portfolio di più di 800 brand. Sotto l'insegna Coin Excelsior, il brand include i department store di Roma, in via Cola di Rienzo, di Milano, presso CityLife shopping district e di Trieste, in corso Italia.

Quali sono i fattori fondamentali che distinguono un marchio in grado di raccogliere consensi da uno che ha poche chance di emergere?

Il giusto mix di azioni di marketing e comunicazione. Se tutti gli altri fattori già sono presenti e, quindi, il prodotto risponde alle richieste del mercato in termini di qualità, stile e distribuzione, in base al posizionamento individuato allora marketing e comunicazione sono le leve su cui spingere per avere maggiori chance di emergere. In particolare, è necessario un investimento pubblicitario e marketing adeguato alle esigenze, spingere sulle potenzialità del marchio a livello social e di comunicazione, facendo attenzione a dosare correttamente la presenza in base al target di riferimento. Infine, il brand ambassador può essere l’elemento aspirazionale su cui puntare, può differenziare e rendere unica un'etichetta. Naturalmente tutte le azioni devono essere soppesate e attivate solamente dopo un’attenta valutazione strategica delle opportunità e aver chiaramente definito quale sia il posizionamento del marchio.

C'è differenza nei criteri di selezione dei marchi rispetto al mercato in cui questi ultimi devono essere venduti?

Certo, assolutamente sì. La selezione del brand mix nasce da un'analisi dettagliata del mercato locale e, specialmente per quanto riguarda Coin, mettiamo in campo tutti gli strumenti a disposizione per conoscere al meglio il nostro cliente e proporgli proprio ciò di cui va in cerca. La nostra proposta è differenziata anche per zone geografiche e un driver importante è la collocazione dei negozi: abbiamo store con una maggior attenzione internazionale, altri dove lavoriamo maggiormente su un cliente locale, alcuni sono in città turistiche e altri vicino a zone di mare. Questo ci deve sicuramente far differenziare la selezione dei marchi. Anche tra nord e sud spesso ci sono esigenze e gusti diversi, basta pensare al clima, o alle abitudini di consumo dei clienti.

Quali sono i posti giusti dove scovare i brand che possono proporre abbigliamento e accessori interessanti?

Lo scouting è sempre stato una vocazione per Coin. È un’attività che svolgiamo continuativamente con l’obiettivo di fornire a tutti i nostri clienti una proposta raffinata, attuale e in linea con le esigenze. Monitoriamo con attenzione le principali manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali dei diversi settori di nostro interesse, per citarne alcune: Pitti Uomo, Who';s Next, Premium, Panorama, Maison Object, White. Valutiamo le proposte dei nostri showroom di riferimento e il nostro personale analizza le scelte stilistiche dei grandi department store e dei principali concept store nazionali e internazionali, oltre che delle realtà più all’avanguardia e innovative nel panorama delle principali città, tra cui Parigi, Londra, New York, Berlino, Milano. Il mondo digitale negli anni poi è diventata una vera miniera d’oro: accorcia le distanze con chi ha le caratteristiche per emergere e ci consente di valutare i brand tramite piattaforme di riferimento come Highsnobiety, Wgsn. Per non parlare poi dell’osservazione dei fashion blogger di riferimento sul mercato nazionale e internazionale..

Come è cambiato il modo di fare scouting e ricerca nell'era digitale?

Come già accennavo il digitale ha accelerato i processi e ci ha aperto nuove strade che prima erano più difficili da sondare. Il modo di fare scouting è sicuramente cambiato nel tempo grazie alle nuove opportunità offerte dalle tecnologie. Ora abbiamo una visione più ampia, un'apertura a 360 gradi di ciò che c'è nel mondo, sia grazie all’affermarsi di fashion blogger che hanno grande seguito tra tutte le generazioni, sia grazie alla nascita di piattaforme web molto seguite, in particolare dal mondo giovane, che per noi sono fucine di idee e di spunti.

Può dare qualche suggerimento ai marchi giovani desiderosi di farsi strada nella moda?

A mio avviso un giovane brand che vuole affermarsi sul mercato deve innanzitutto individuare il suo posizionamento ideale e valutare attentamente il suo target di riferimento. La strategia, poi, su tutti i fronti, dovrà essere stesa avendo ben chiari i propri valori distintivi, il mercato chiede sempre di più ai brand di non fare solo storytelling, ma di fare un salto e di concentrarsi sul valuetelling. Oggi, per esempio, la sostenibilità è la stella polare di tanti brand e penso che per affermarsi ora sia necessario agire. Perché non implementando collezioni tematiche in grado di rispondere a queste tendenze? Senza naturalmente dimenticare il mondo digitale.

La quarta intervista della serie dedicata allo scouting sarà pubblicata martedì prossimo,19 maggio. La prima a a Massimiliano Bizzi, fondatore di White, è disponibile qui. La seconda, ad Agostino Poletto, direttore generla di Pitti Immagine, è disponibile qui

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Foto: Giorgio Rossi, presidente di Coin Spa

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