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Cover50 alla conquista dell'America

Scritto da Isabella Naef

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Retail |INTERVISTA

Cover50, azienda torinese cui fanno capo i marchi Pt01, Pt05, Pt01 Woman Pants e Pt Bermuda, ha presentato a Pitti Uomo, kermesse che si chiude oggi a Firenze, le novità delle collezioni uomo per l'autunno inverno 2016-2017, con cui intende sviluppare il business anche negli Stati Uniti, mercato dove, già da tempo, ha conquistato un cliente illustre come Barack Obama.

FashionUnited ha incontrato a Firenze Edoardo Fassino, amministratore delegato di Pt01, marchio che lo scorso maggio ha debuttato all'Aim, il mercato alternativo del capitale di Borsa italian e gli ha chiesto qual è la strategia di sviluppo messa a punto per il mercato Usa.

Come vi state muovendo per conquistare il mercato americano?

In primo luogo posso dire che recentemente abbiamo costituito una società ad hoc, la Pt Usa Corp., insediata in uno showroom a New York e operativa al momento con due dipendenti. Ad aprile apriremo un nuovo showroom in Madison avenue e si trasferirà in loco anche il nostro direttore commerciale. Abbiamo preso la decisione di creare una società ad hoc perchè questo mercato funziona in modo molto diverso da quello europeo.

Per esempio?

E' molto importante il servizio e il riassortimento, motivo per cui apriremo anche un magazzino in loco. Il cliente americano compra volumi di merce maggiori rispetto a quello italiano. Poi organizzeremo dei trunk show, eventi che sono molto in voga negli Usa, e sfrutteremo i social network per creare un legame diretto con il cliente finale e con il retail. Dal punto di vista delle pubbliche relazioni stringeremo accordi con partner locali che possano seguirci sul territorio

Aprirete anche dei monomarca?

No, la distribuzione non è il nostro mestiere, continueremo a fare quello che sappiamo fare meglio, ossia il pantalone alto di gamma. Vogliamo eccellere in questo segmento di mercato. Negli Usa desideriamo essere presenti nelle vetrine giuste con strategie di visual merchandiser mirate. Stiamo puntano soprattutto sui specialty store. A oggi sono circa mille i negozi, in Italia e all’estero, in cui è possibile trovare i prodotti commercializzati con i brand di Cover50.

Non state pensando di allargare la gamma di prodotti, per arrivare a un total look come stanno facendo molti brand made in Italy?

No, continueremo a realizzare e produrre solo pantaloni.

Quali sono le novità che avete presentato a questa edizione di Pitti Uomo?

Fjord, NorthernLight, Flair, sono solo alcuni nomi dei modelli più rappresentativi della nuova collezione autunno inverno 2016-17 Pt 01. La collezione è ispirata a paesaggi incontaminati dal fascino antico e suggestivo, la natura nordica diventa la protagonista del pantalone invernale. Per Pt 05, il marchio dedicato al pantalone da uomo cinque tasche, invece, abbiamo pensato alla rivoluzione come parola chiave che apre un nuovo capitolo dell'etichetta. Abbiamo portato a Pitti una linea di pantaloni del Dna storico del jeans americano con dettagli dal sapore italiano ed elementi derivati dal mondo del design, ottenendo così un prodotto fortemente contemporaneo. Tonalità vintage colorano tessuti dalla texture tridimensionale e un mix fashion di stili rispecchia la fusione dei diversi generi musicali, dal new wave, al pop britannico degli anni ’60 e all’urban style degli anni '50.

Come incidono i due marchi sul fatturato?

Pt01, il pantalone da uomo formale si aggiudica la quota maggiore, mentre Pt05, a oggi, rappresenta circa un 20 percento, ma vorremmo far crescere questa quota fino al 40 percento nel giro di un paio d'anni.

A livello geografico come è distribuito il fatturato?

Circa il 65 percento del giro d'affari è realizzato all'estero, principalmente in Giappone, Germania e Benelux. Nei primi nove mesi dell'esercizio 2015 i ricavi si sono assestati a 22,085 milioni di euro, in crescita del 3 percento rispetto ai 21,521 milioni nei primi nove mesi dell’esercizio 2014 (esercizio che si è chiuso con un fatturato pari a 24 milioni di euro, ndr).

Come sta andando il mercato italiano?

Sicuramente rimane un mercato molto importante per noi e non intendiamo trascurarlo. Oggi posso dire che si vedono segnali di risveglio dopo che la crisi ha portato a una selezione naturale di aziende.

Chi è il vostro cliente tipo?

Il consumatore tipo ha un'età compresa tra 30 e 35 anni, con un'istruzione medio alta. Se ci spostiamo all'estero il cliente ha un profilo ancora più elevato, volto alla ricerca di un prodotto ricercato e sofisticato.


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