• Home
  • News
  • Retail
  • "Mai abbassare la guardia": Uberta Zambeletti racconta i 15 anni di successi del concept store "Wait and See"

"Mai abbassare la guardia": Uberta Zambeletti racconta i 15 anni di successi del concept store "Wait and See"

Retail|Intervista
L'interno del concept store Wait and see Credits: Wait and See
Scritto da Isabella Naef

loading...

Scroll down to read more

Farsi guidare dai dati, essere "data driven" è una sorta di mantra, non abbassare mai la guardia, nè sedersi sugli allori, confrontarsi con i big del mercato, non fare moda, nè dettare legge, prestare attenzione ai fornitori "mai pagati con un giorno di ritardo" e avere il coraggio di fare delle scelte radicali quando il mercato e i numeri lo impongono: è così che Waint and See, il concept store di accessori e abbigliamento più "gioioso" e "technicolor" di Milano, ha superato il traguardo dei 15 anni di attività.

Se la creatività e la solarità di Uberta Zambeletti, fashion designer, trendsetter, fondatrice del negozio e della private label Wait and See sono immediatamente percepibili varcata la soglia del negozio di via Santa Marta, la capacità di declinare con cura il concept che ha creato e "cresciuto" con coraggio e determinazione, traspare anche dai sandali in tartan scozzese portati con calze a righe, dalla gonna longuette plissettata stampata pied de poule avorio e cioccolato, abbinata al pullover blu con inserti e righe bordeaux buttato sotto a una giacca un po' over, gessata grigia, dall'occhiale verde e dal goloso rossetto indossati durante la chiacchierata con FashionUnited.

Uberta Zambeletti Credits: Wait and See, ph. Lucio Gelsi

Il negozio è stato aperto il 10 settembre del 2010 dopo aver ottenuto un prestito da 190mila euro della banca e dopo un anno esatto di studio sul campo, di vere e proprie simulazioni: "ho fatto una campagna acquisti fittizia, andavo alle fiere del settore con un badge da buyer falso", racconta Uberta Zambeletti, aggiungendo che il break even fu raggiunto a meno di un anno dall'apertura del concept store. Alle spalle di questa imprenditrice, una carriera da fashion designer e consulente, oltre al lavoro di tre anni in qualità di direttore creativo della Upim. "Erano gli anni Duemila, dovevo preparare 30 collezioni a stagione e, oltretutto, dedicate a cinque tipologie di donna diverse che poi sarebbero state vendute a prezzi molto accattivanti", spiega Zambeletti.

Di quella esperienza ha saputo fare tesoro e l'obiettivo del concept, ancora adesso, è vestire chiunque, di qualsiasi età: "le ragazzine magari vengono qui con la mamma o la zia a scegliere i vestiti per la feste dei 18 anni", dice la fondatrice di Wait and See. Immutata anche la volontà di offrire capi che abbiamo un prezzo medio sotto i 200 euro, mentre quelli più costosi non superano gli 800 euro. Dietro c'è tanta ricerca di marchi innovativi, freschi, che propongono capi che vanno bene quest'anno ma anche l'anno prossimo e quello dopo ancora. "Questa giacca che indosso potrò portarla ancora fra dieci anni", racconta Uberta Zambeletti, "moda è una parola che non uso mai, anzi, non faccio moda e non detto legge". Insomma, l'idea delle categorie, delle etichette non appartiene all'universo "Wait and See": "ho aperto questo negozio con l'obiettivo di rendere felici le persone che arrivano, di qualsiasi età e di qualsiasi taglia siano. Voglio accontentare qualsiasi tipo di desiderio; se qualcosa non sta bene e non dona alla cliente che lo sta provando noi glielo diciamo (il team, tra negozio e amministrazione, è oggi composto da 9 persone, oltre alla fondatrice, ndr). Abbiamo una proposta molto ampia e legata al fatto che vogliamo vestire le donne per tutte le occasioni e con capi che è possibile mischiare e indossare in maniera diversa a seconda delle situazioni. Fondamentale ascoltare la persona che hai davanti". L'idiosincrasia nei confronti delle etichette va di pari passo con quella per le strategie di marketing che coinvolgono le influencer, perchè porterebbero lo store a essere identificato con quella sola tipologia di persona.

Wait and See è stato aperto nel 2010 Credits: Wait and See

"Wait and See nasce per accompagnare tutti al centro della propria bellezza, il luogo in cui si nutrono i sensi e con loro un lato luminoso della vita che troppo spesso trascuriamo, tenendo al buio anche il nostro aspetto", scrive Zambeletti nel sui libro, in parte autobiografico, "A stile libero. Punti di vista sulla moda e sulla vita", pubblicato da Sonzogno nel 2022 (173 pagine, 16 euro).

Le dirette su Instagram per raccontare le collezioni e tutti gli abbinamenti possibili dei capi

Almeno una volta al mese, per le clienti, Uberta Zambeletti organizza delle dirette su Instagram. Il rapporto diretto e l'autenticità dello stesso è una delle leve del successo dello store che conta una community di 154mila follower; il profilo personale della fondatrice viaggia sui circa 95mila seguaci. "Il mio profilo personale lo seguo io e rispondo a tutti. Instagram è un luogo di confronto, di ascolto, di cazzeggio. Qualcuno mi chiede anche consigli sulla vita", racconta Zambeletti. Il rapporto con le persone sui social media si è ulteriormente infittito dopo la pubblicazione del libro, tre anni fa.

"Non delego le mie scelte a un brand perchè non voglio essere limitata, nemmeno dal budget, e non voglio diventare un veicolo di marketing passivo al servizio di qualcun altro": in queste parole di Uberta Zambeletti c'è molto del Dna del suo negozio di via Santa Marta. Una filosofia, anche questa ben calibrata e supportata dai dati, che la portano alle fiere milanesi, come White, per esempio, a Micam, Mipel, e a Parigi in cerca di etichette "comme il faut", ossia capaci di produrre capi non modaioli ma belli, abbordabili e di qualità, durevoli e prodotti rispettando le persone che vi lavorano.

Il futuro? Approdare a Madrid, a Parigi...

Quanto al futuro, l'estero, così come l'ampliamento della private label Wait and See, rientrano nei piani. "Trovando il partner giusto mi piacerebbe aprire un corner shop a Madrid, a Parigi, a Monaco di Baviera, insomma in altre città europee". In realtà Wait and See è già stato a Parigi, nel 2017, per quasi due mesi, quando Le Bon Marché, scelse l'insegna milanese per un progetto sulla famiglia e il lifestyle italiano.

L'estero è stato anche, almeno in parte, il motore trainante dell'ecommerce di Wait and See che è stato aperto, in maniera del tutto casuale, qualche giorno prima che scoppiasse il Covid, ed è stato chiuso il 30 luglio del 2025. "E' andato benissimo fino a tutto il 2022, anni in cui pesava per circa 1/3 del fatturato, poi c'è stata una débâcle, non solo per noi, ma per moltissimi marchi, anche grandi. A pesare erano i costi variabili e abbiamo deciso di chiuderlo. Tra l'altro la battuta d'arresto dell'ecommerce è controbilanciata dall'ottimo andamento dello store". Una scelta sofferta e dettata dai numeri, "ma abbiamo avuto solidarietà da parte di tutte le clienti, che possono rivolgersi al customer care, sempre attivo. Molte di queste viaggiano e vengono a trovarci a Milano", afferma Zambeletti, sottolineando che la clientela dell'ecommerce era costituita da un 60% di italiani, di cui circa il 40% di Milano e hinterland, e da un 40% di stranieri.

Wait and See ha rinnovato i suoi spazi

Per il suo quindicesimo anniversario, Wait and See ha rinnovato i suoi spazi. Il nuovo allestimento, immaginato da Uberta Zambeletti insieme agli architetti di Micro Studio, ha creato uno spazio vibrante e giocoso, pensato per incoraggiare l’incontro, la conversazione, la scoperta.

La filosofia dello store è racchiusa in un nuovo motto: “We can’t wait to see you!” , chiaro segno di una rinnovata volontà di aprirsi, incontrare, accogliere.

Il pavimento è in resina ed è cosparso di coriandoli in modo da trasmettere subito energia e buonumore, mentre la zona camerini è rivestita di moquette rossa a righe diagonali.

Il cuore dello spazio è un divano che ritrae le silhouette ricamate di tre corpi nudi a grandezza naturale, due donne e un uomo, creando un gioco di intimità e inclusività. Le librerie in ferro reticolato rosso danno un ritmo leggero allo spazio. Alzando lo sguardo si scorgono svolazzanti canovacci da cucina nostrani che fluttuano come tendaggi su fili luminosi.

Un'altra immagine del concept store di via Santa Marta, a Milano Credits: Wait and See
Un dettaglio del divano all'interno dello store Credits: Wait and See
uberta zambeletti
wait and see