Primark dalle 9 ha aperto ad Arese: il perchè di tanto entusiasmo e interesse per la catena
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Colori golosi, estivi e canottiere su cui campeggia "Yellow is the new black", gli addetti alle pulizie passano qua e là a dare un'ultima lucidata ai pavimenti, le commesse in maglietta verde-turchese e pantaloni neri si aggirano tra gli scaffali in attesa dei clienti: il video tour sulla pagina Fachebook di ieri sera conta oltre 4mila like, 141mila visualizzazioni e presenta uno scenario molto più quieto rispetto a quello di questa mattina. Dalle 9, infatti, il primo negozio di Primark in Italia, ha aperto ad Arese, presso il centro commerciale Il Centro, attirando una moltitudine di clienti.
Lo store Primark di Arese copre una superficie di 4500 metri quadrati e impiega 400 persone ha spiegato Breege O’ Donoghue
Il negozio copre una superficie di 4500 metri quadrati e impiega 400 persone come ha spiegato Breege O’ Donoghue, company director di Primark, in un'intervista esclusiva pubblicata su FashionUnited martedì 12 aprile. L'Italia è il decimo mercato europeo per il retailer, dopo Regno Unito, Irlanda, Spagna, Olanda, Germania, Portogallo, Belgio, Austria e Francia e ora, con il nuovo store, la catena irlandese studierà e imparerà a conoscere la clientela italiana. Nel 2017 sarà aperto un altro negozio a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze.
Nel negozio di Arese, due piani, 63 camerini prova e 46 registratori di cassa, sono in vendita le linee uomo, donna, bambino, casa, calzature e accessori.
Bizzi (White) e Schmeidler (Vente-Privee) spiegano le ragioni del successo dell'opening di Primark ad Arese
La catena irlandese fondata a fine degli anni '60, quindi, con la sua offerta di abbigliamento e accessori a prezzi competitivi, destinati a un target under 35, è da oggi anche in Italia ed è accolta con grande interesse dal pubblico italiano. FashionUnited ha chiesto a due grandi conoscitori del fashion system e dei brand italiani e internazionali, come mai si è creata tutta questa attesa e questo entusiasmo relativamente allo sbarco italiano dell'etailer irlandese.
"L’apertura di Primark sta riscuotendo molta attenzione perché è una novità qui in Italia e perché è un’azienda molto nota nei mercati in cui è presente. Senza dubbio il clamore nasce anche dalla value proposition del brand, i clienti sono incuriositi di conoscere le proposte adatte e a prezzi accessibili. Questo conferma che oggi l’offerta, intesa sia come contenuto, sia come prezzo, è ancora uno dei driver all’acquisto più importanti: i nuovi trend del commercio, online quanto offline, vedono il cliente e le sue esigenze sempre più al centro di un’esperienza d’acquisto totalizzante. Per questo motivo vente-privee collabora con oltre 3.700 brand partner per proporre ai nostri soci delle vetrine che li coinvolgano quotidianamente nell’universo stesso della marca con un’offerta economica irresistibile, ma soprattutto sorprendendoli ogni giorno con nuove vendite, i nostri eventi online", ha detto Andreas Schmeidler, country manager per l'Italia di Vente-privee, azienda che proprio oggi ha annunciato l'acquisizione di Privalia.
Per Massimiliano Bizzi, fondatore di White, una delle fiere della moda più internazionali del panorama italiano, "il prezzo accessibile, ma aggiungerei la freschezza del design, sono sicuramente all'origine di tanta attenzione da parte del mercato senza dimenticare il fattore news che incide sull'attenzione iniziale".
Quanto alla possibilità che Primark eroda fette di mercato del made in Italy, Schmeidler sottolinea, "non penso che queste nuove aperture possano nuocere, piuttosto è importante che le aziende facciano delle considerazioni relativamente allo scenario attuale e quello futuro, in cui il cliente diventa il punto focale. In una era in cui non c’è più differenza tra un acquisto su internet oppure in negozio, saranno fondamentali per le aziende del made in Italy rimettere al centro il servizio al cliente, la migliore offerta, il miglior contenuto, l’accessibilità sia offline, sia online. E tutto questo deve avvenire in tutte le fasce di posizionamento, dal lusso al low cost".
Per Bizzi, invece, "sicuramente Primark assorbirà, come è successo già con lo sbarco di Zara ed H&M, i consumatori del fast fashion, ma non andrà sicuramente a intaccare la vera essenza del made in Italy, qualità della materia prima, originalità del design e alta artigianalità".