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Rimpasti alla guida creativa: la fiducia tra ceo e direttore artistico ha una scadenza

Scritto da Isabella Naef

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Moda|Opinion
Maria Grazia Chiuri Dior SS23. Credits: ©Launchmetrics/spotlight

Ufficializzata anche l'uscita di Maria Grazia Chiuri da Dior, si attendono nuove nomine. Insomma, manca il fischio del capotreno preceduto da "signori in carrozza, altro giro, altra corsa" e anche questo ennesimo viaggio verso la direzione creativa del lusso può avere inizio.

L'alternanza, talvolta frenetica, alla guida creativa contribuisce alla crescita o mina il Dna del marchio?

Assistiamo a un continuo rimescolamento di direttori creativi: solo qualche settimana fa la notizia che Pierpaolo Piccioli, dopo anni alla guida di Valentino, 8 di questi proprio insieme a Maria Grazia Chiuri, che nel 2016 lasciò la griffe per passare a Dior, approda da Balenciaga, mentre qualche mese fa Alessandro Michele saliva alla guida creativa della maison di palazzo Mignanelli (dopo che Piccioli l'aveva lasciata nel 2024).

Alessandro Michele era uscito da Gucci nel 2022, poi sostituito da Sabato De Sarno, che è stato direttore creativo della griffe fiorentina dal 2023 a febbraio 2025, poco prima, appunto, che fosse nominato Demna Gvasalia, il quale, a sua volta, ha lasciato libero il posto di Balenciaga, "assegnato" poi a Pierpaolo Piccioli.

Ci fermiamo qui ma i giri di poltrone degli ultimi mesi sono stati, ovviamente, molti di più. Vale forse la pena ricordare l'approdo dell'olandese Duran Lantink in qualità di nuovo direttore creativo permanente di Jean Paul Gaultier, forse una delle poche vere new entry nell'Olimpo della moda degli ultimi tempi. Non che Lantink sia un novellino, anzi, lo stilista, già in lizza per il Premio Lvmh nel 2019 e vincitore del Woolmark Prize di quest'anno, ha disegnato pezzi per artisti come Beyonce, Doja Cat, Paris Hilton, Billie Eilish, Solange, ma diciamo che è un nome più fresco.

Sabato De Sarno Credits: Courtesy of Gucci, ph Riccardo Raspa

La questione che sorge spontanea in questo momento, però, non è tanto se anche nella moda, come per il cinema, esista il famoso "circolino" di nomi che si spostano da una etichetta all'altra ma restano sempre in luce presso questa o quella griffe, ma quanto questa alternanza, talvolta frenetica, possa contribuire realmente alla crescita delle griffe, oppure concorra alla perdita del Dna dell'etichetta stessa e al riciclo parziale della clientela affezionata (che non si riconosce più nel marchio), più che a un allargamento vero e proprio del target, cosa a cui, auspicabilmente, puntano i vertici delle griffe che muovono i direttori creativi da un brand all'altro. La scelta non manca visto che solo nella divisione moda e pelletteria di Lvmh, figurano Louis Vuitton, Christian Dior, Celine, Loewe, Kenzo, Givenchy, Fendi, Emilio Pucci, Marc Jacobs, Berluti, Loro Piana, Rimowa e Patou; mentre Kering conta oggi, nel segmento moda, Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, McQueen e Brioni.

Bellettini (deputy ceo di Kering): "ci deve essere fiducia reciproca tra ceo e direttore creativo"

A questo proposito, il 22 maggio, a Milano, durante l'incontro Changemakers in luxury fashion, organizzato da Cnmi-Camera nazionale della moda italiana e Zalando, Francesca Bellettini, deputy ceo di Kering, ha sottolineato: "ci deve essere fiducia reciproca tra ceo e direttore creativo, ma ognuno deve avere il suo ruolo con rispetto reciproco". In tempi complessi come quelli che sta attraversando il lusso, i marchi devono essere fedeli al loro Dna e "generare appeal e desiderabilità grazie ai direttori creativi".

Ma questa fiducia, invece di consolidarsi nel tempo, stagione, dopo stagione, pare minata in breve tempo e influenzata da un giro d'affari che, di questi tempi, ha a che fare con la crisi, la debolezza della domanda e la complicata situazione geopolitica.

Anche l'autenticità, la trasparenza e la coerenza richieste dai consumatori e citate proprio due giorni fa da Matteo Lunelli presidente di Altagamma, nel corso dell'assemblea dei soci della fondazione, che si è svolta a Roma, non sembrano essere sempre così in cima alla lista delle priorità delle griffe.

Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Balenciaga Credits: Per gentile concessione di Kering e Balenciaga, ph David Sims
Demna Credits: Per gentile concessione di Kering
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