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Zabberoni (Julian Fashion): un marchio deve donare emozione

Scritto da Isabella Naef

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Moda |INTERVISTA-SERIE "LO SCOUTING DEI BRAND"

Quali sono i fattori fondamentali che distinguono un marchio capace di raccogliere consensi sui mercati, da uno che ha poche chance di emergere, quali sono le piattaforme web o le fiere dove scovare le etichette giuste e quali i passi falsi da evitare per potersi presentare al mercato con le carte giuste? FashionUnited ha cercato di dare risposte concrete a queste domande che in molti si stanno facendo in un periodo di grandi riflessioni a causa della pandemia che ha messo sotto scacco tutto il sistema della moda, ora in piena ripartenza. Questa serie, pubblicata tutti i martedì, prosegue con l'intervista a Sabina Zabberoni di Julian Fashion, consigliere di Camera buyer Italia, The Best shops con la delega di Ricerca e sviluppo. Dal 1959 Julian Fashion è un multibrand protagonista di rilievo nel settore del lusso. L’azienda è oggi guidata da Sabina Zabberoni e punta sulla ricerca stilistica coniugando la selezione dei più famosi brand consolidati come Balenciaga, Balmain, Dolce&Gabbana, Givenchy, Gucci, Saint Laurent a quella dei marchi emergenti e contemporary. L'azienda, presente online su Farfetch e con un proprio ecommerce, ha un negozio a Milano Marittima.

Quali sono i fattori fondamentali che distinguono un marchio capace di raccogliere consensi da uno che ha poche chance di emergere?

I fattori sono molteplici, gli acquisti sono cambiati da dieci anni a questa parte: la scelta non è più dettata dall'impulso, dall'istinto. Quando parliamo di marchi giovani non si può prescindere da un'idea, da un minimo di struttura. Conta molto la manifattura del prodotto, così come la capacità di affrontare il mercato. Tessuti e materiali fanno il resto.

Ma cosa si intende esattamente quando si parla di creatività e come si capisce concretamente se un marchio o una collezione può funzionare?

La collezione deve essere in grado di suscitare un'emozione, una sensazione, deve essere divertente, giusta, fatta bene.

C'è differenza nei criteri di selezione dei marchi rispetto al mercato in cui questi ultimi devono essere venduti?

Più che di differenze nella selezione dei marchi esistono differenze nella scelta all'interno della stessa collezione. In molti casi notiamo differenze per quanto riguarda gli acquisti online legati magari al colore di uno stesso capo, ci sono Paesi dove sono più richiesti dei colori particolari rispetto ad altri. Stessa cosa per quanto riguarda le taglie dei capi che possono differire da Paese a Paese.

Quali sono i posti giusti dove scovare i marchi che possono proporre abbigliamento e accessori interessanti?

Andare per fashion week è molto importante, c'è un'offerta di marchi così vasta che è fondamentale partecipare. Inoltre, frequentare le settimane della moda è utile perchè apre la mente, oltre ai marchi bisogna osservare come si veste la gente, a Milano, a Londra, Parigi, a Mosca, a New York, a Shanghai. Anche andare negli showroom è importante.

Come è cambiato il modo di fare scouting e ricerca nell'era digitale?

La mia azienda ha una persona interamente dedicata allo scouting sui social. Oggi non si possono non seguire i blogger, non si può non seguire Instagram, Telegram e i principali social media. Ci sono tendenze, personaggi, anche del mondo della musica, per esempio, che esercitano un'influenza sul mondo della moda, che creano stili e brand.

E' possibile dare qualche suggerimento ai marchi più giovani desiderosi di raccogliere consensi sul mercato?

Innanzitutto, oltre al fatto che un marchio deve essere in grado di suscitare un'emozione, va detto che il progetto stesso non può prescindere da uno studio attento del mercato. L'addio a un brand è decretato dal fatto che non si vende: se dopo un paio di stagione l'etichetta non si riprende vuol dire che non ha un progetto e non sta investendo in innovazione e ricerca, questo per sottolineare quanto sia importante restare attuali. A un marchio giovane posso dire che non serve un total look, non serve saper fare di tutto ma, invece, è necessario realizzare una collezione che abbia un mood che sia accattivante, bastano una decina di pezzi.

La "sostenibilità", di cui tanto si sta parlando, è oggettivamente un aspetto che i marchi giovani devono tenere presente?

Diciamo che il cliente finale non ha ancora sviluppato questa attenzione ma, sicuramente, l'ecosostenibilità è un argomento in più di vendita che può interessare e fare presa sul pubblico.

La sesta intervista della serie dedicata allo scouting sarà pubblicata martedì prossimo, 2 giugno. La prima a a Massimiliano Bizzi, fondatore di White, è disponibile qui. La seconda, ad Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine, è disponibile qui

Due settimane fa abbiamo intervistato Giorgio Rossi, presidente di Coin spa

La settimana scorsa è stato Beppe Angioli a portare la sua esperienza nello scouting

Foto:Sabina Zabberoni, Julian Fashion, dall'ufficio stampa Camera buyer

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